L’Europa dispone di un patrimonio unico di competenze scientifiche e capacità industriali. Per mantenere la propria leadership nelle Scienze della Vita, servono oggi decisioni politiche in grado di sostenere ricerca, innovazione e produzione di nuovi farmaci. In un contesto geopolitico in continuo cambiamento, l’Europa necessita di essere competitiva nella corsa globale agli investimenti farmaceutici.
I vantaggi di un’industria farmaceutica competitiva
Un’industria farmaceutica più competitiva genera benefici tangibili per l’Europa e i suoi cittadini:
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Accesso più tempestivo ai farmaci per i pazienti.
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Migliore salute per i pazienti e per tutti i cittadini.
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Meno pressione sugli ospedali, sul personale e sui sistemi sanitari.
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Più ricerca e sviluppo di eccellenza in Europa.
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Più capacità produttiva.
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Crescita economica in un settore strategico per l’Europa.
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Più occupazione qualificata e sviluppo di nuove competenze.
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Maggiore flessibilità dell’offerta di fronte a crisi globali.
I numeri parlano chiaro
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4: gli euro generati per ogni euro investito nella salute.
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10.000 miliardi di euro: il PIL sbloccato grazie agli investimenti in salute.
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60 milioni: le vite che si potrebbero salvare.
L’Europa oggi si distingue per eccellenza nelle pubblicazioni scientifiche, ma attrae meno della metà degli investimenti globali in ricerca e sviluppo rispetto agli Stati Uniti. La vera sfida per l’Europa è trasformare questa eccellenza accademica in prodotti e servizi capaci di migliorare l’assistenza sanitaria e sostenere la crescita economica.

Una nuova realtà richiede un nuovo modo di pensare
I sistemi sanitari europei affrontano sfide sempre più complesse: popolazione che invecchia, aumento delle malattie croniche e nuove priorità in materia di difesa e sicurezza mettono sotto pressione le finanze pubbliche. Per contenere i costi, molti Paesi rinviano investimenti che potrebbero rafforzare la prevenzione, migliorare l’assistenza e garantire la sostenibilità nel lungo periodo.
È il momento di cambiare prospettiva: l’innovazione non è un costo, ma un investimento per la salute e la competitività dell’Europa. I decisori europei devono scegliere se continuare a gestire l’emergenza con risorse stagnanti o ripensare il modo in cui vengono organizzati e finanziati i sistemi sanitari. Sostenere investimenti strategici nella ricerca e nell’innovazione significa migliorare la salute dei cittadini, rafforzare la sostenibilità dei sistemi sanitari e generare crescita economica e sicurezza per il futuro dell’Europa.
Esempi concreti di valore dell’innovazione
Epatite C
I nuovi farmaci per l’epatite C curano oltre il 98% dei pazienti. Ogni anno, nell’Unione Europea, evitano che circa 19.000 persone sviluppino gravi malattie epatiche e salvano circa 850 vite. Questi trattamenti generano anche risparmi significativi, riducendo gli altri costi sanitari di circa 11.000 euro per paziente rispetto a chi non riceve la terapia.
Vaccinazione contro l’HPV
La vaccinazione contro il papillomavirus umano (HPV) può prevenire più di 27.000 casi di tumore alla cervice uterina ogni anno, liberando circa 430.000 ore di assistenza infermieristica.

La sfida delle politiche di investimento
Quando un nuovo trattamento si rende disponibile, i governi devono sostenerne i costi fin dal primo anno, quasi sempre attraverso il bilancio sanitario; ma i benefici, in termini di salute, risparmi e produttività, si manifestano lungo l’arco di vita del paziente e riguardano l’intero sistema, non solo la sanità. Su base pro capite, i Paesi europei ad alto reddito investono in medicinali innovativi circa la metà rispetto agli Stati Uniti. Una differenza che riflette il diverso modo in cui i governi valutano e rimborsano l’innovazione. Riconoscere il vero valore dei farmaci significa riformare i meccanismi di valutazione e rimborso: ampliare l’Health Technology Assessment per includere i benefici sociali, accelerare i processi di prezzo e rimborso, aumentare gli investimenti in farmaci innovativi ed eliminare il payback.
Cos’è il payback
Le regole variano da un Paese all’altro, ma in generale il payback impone all’industria farmaceutica di restituire parte dei ricavi se le vendite annuali superano una soglia prefissata. Queste politiche agiscono come una tassa, senza la garanzia che i risparmi ottenuti sui farmaci esistenti vengano reinvestiti nei farmaci più recenti. Tra il 2018 e il 2023, in Europa il contributo dell’industria farmaceutica alla spesa pubblica per i medicinali è raddoppiato, passando dal 12% al 24%. L’aumento di spesa legato all’ingresso di nuovi farmaci è stato interamente compensato dalla stessa industria farmaceutica.
La posta in gioco per il futuro
Le cifre mostrano chiaramente la portata della sfida:
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A livello globale, la spesa in ricerca e sviluppo è cresciuta di quasi il 60% tra il 2012 e il 2022.
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Nel 2024, il settore ha investito 55 miliardi di euro in ricerca e sviluppo in Europa.
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Il 44% di questa cifra è stato destinato a studi clinici.
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L’industria sostiene 2,6 milioni di posti di lavoro in Europa.
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La quota di medicinali innovativi pienamente rimborsati in Europa è scesa dal 42% nel 2019 al 29% nel 2024.
L’Europa deve scegliere se investire nell’innovazione, creando un contesto favorevole alla ricerca, allo sviluppo e alla produzione di nuovi farmaci, oppure restare a guardare mentre altre regioni del mondo ne raccolgono i benefici.
Focus Italia: un’eccellenza da difendere
L’Italia rappresenta oggi uno dei motori industriali e scientifici dell’Europa nel settore farmaceutico. Nel 2024, la produzione farmaceutica ha raggiunto i 56 miliardi di euro, con 54 miliardi di euro di export. Risultati positivi anche nel 2025: da gennaio a settembre cresce l’export (+35%), confermando il trend positivo del decennio 2014-2024 (+157%, il dato più alto tra i big UE) e trainando la produzione, in controtendenza rispetto al calo del totale dell industria. L’industria farmaceutica nella nostra nazione è tra i leader in Europa per crescita di produzione, export, occupazione qualificata e numero di brevetti.
L’industria farmaceutica è anche quella che investe di più in ricerca e produzione: nel 2024 le aziende hanno investito 4 miliardi di euro. Di questi, 2,3 miliardi sono stati destinati alla R&S, pari all’8% del totale degli investimenti in Italia e in crescita del 44% negli ultimi 5 anni. Un settore che racchiude capitale italiano e internazionale e che continua ad attrarre investimenti grazie all’eccellenza di competenze e tecnologie.
Per mantenere questa leadership nell’attuale contesto competitivo, è necessario riformare la governance del sistema; garantire condizioni regolatorie e di investimento stabili e prevedibili; ridurre significativamente e poi superare il meccanismo del payback (pesa 2,3 miliardi di euro nel 2025); aumentare e rendere più rapido l’accesso ai nuovi prodotti; modernizzare le regole di gestione della spesa sanitaria complessiva. Solo un approccio value-based, che valorizza gli esiti e identifica salute e prevenzione come investimenti strategici, potrà assicurare crescita, efficienza e benessere per tutti.
Guardare al futuro dell’Europa
L’Europa dispone di basi solide: università e centri di ricerca di livello mondiale, un sistema sanitario universalistico e competenze industriali uniche. Solo investendo oggi in innovazione e competitività, l’Europa potrà assicurarsi un ruolo di guida nelle Scienze della Vita di domani.